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Data: 07/08/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
La paura del voto blocca l’aula. Pd diviso sulla mossa anti M5S. Se le opposizioni uscissero, la mozione grillina potrebbe passare innescando la crisi. Pressing di Meloni e Calenda,ma né renziani né FI vogliono rischiare: diremo no al testo

ROMA Sulla carta è già tutto deciso. L'ha annunciato Matteo Salvini, l'hanno confermato i capigruppo del Pd e di Forza Italia, Andrea Marcucci e Anna Maria Bernini: Lega, dem, forzisti e Fdi oggi, in un abbraccio inedito e per molti imbarazzante, voteranno compatti contro la mozione No-Tav dei 5Stelle. Ufficialmente perché «questa grande opera pubblica si deve fare», come sostiene il leader leghista e convengono piddini e forzisti. In realtà, visto che la mozione grillina anche se approvata non fermerebbe l'Alta velocità, per scongiurare il rischio delle elezioni anticipate. Quelle che con sadismo Salvini è tornato a evocare: «Se si vota? Vedremo presto. A settembre? Forse prima...».
Nei fatti nessun senatore che non sia targato Lega o Fdi (i due partiti che i sondaggi accreditano in forte crescita) vuole far cadere il governo. E nessuno vuole innescare, nonostante il pressing di Giorgia Meloni, l'incidente proprio a una manciata di ore dalla pausa estiva. Emblematico il caso del Pd. Carlo Calenda, nel ruolo di guastafeste, l'ha messa giù piatta: «Se domani passa la mozione dei 5Stelle il governo va a casa e la Tav si fa in ogni caso. E allora cosa fa il Pd? Facciamo cadere il governo, liberiamo il Paese». Una posizione più o meno simile a quella espressa durante la riunione del gruppo dei senatori dem dal tesoriere Luigi Zanda: «Non mi piace sommare i nostri voti a quelli di Lega, Forza Italia e Fdi. Propongo dunque di uscire dall'Aula per far emergere in modo clamoroso la spaccatura tra grillini e leghisti». E dunque innescare la crisi minacciata da Salvini e la corsa verso il voto anticipato.
I TIMORI DEI RENZIANI
Il gruppo dem del Senato però è a maggioranza renziana. E i seguaci dell'ex segretario sanno benissimo che Nicola Zingaretti spinge per le elezioni anticipate anche per portare in Parlamento senatori a lui vicini. Così, a larghissima maggioranza, è passata la linea di Marcucci: «Siamo per la Tav e dobbiamo essere coerenti, bocciando la mozione No-Tav dei 5Stelle». E bye bye possibilità di mandare a casa il governo giallo-verde.
Non sono solo i renziani a temere le elezioni. No davvero. In prima fila ci sono i 5Stelle, ma anche forzisti e senatori di ogni colore. Tant'è, che il capogruppo leghista Massimiliano Romeo a metà pomeriggio se la rideva: «Sono tutti terrorizzati, mi tempestano di telefonate e di sms. C'è il panico vero. Qualcuno mi chiede se è vero che stiamo brigando per far uscire le opposizioni dall'Aula e creare l'incidente. Altri vogliono sapere se Salvini sale al Quirinale domani...». Pausa, sospiro: «Ma state tranquilli, la Lega sarà coerente e voterà no alla mozione dei grillini e sì a quelle pro-Tav». Anche quella del Pd? «Sì, ma solo a parti separate. Approveremo il dispositivo a favore dell'Alta velocità e bocceremo le critiche al governo».
TATTICISMI
Un approccio che non piace al Pd. La prova sono le parole di Marcucci: «Ho detto e ripeto che dovremmo votare no alla mozione dei 5Stelle, ma se si creasse la possibilità di far mancare il numero legale e di evitare di sommare i nostri voti a quelli della Lega e di Forza Italia, potremmo uscire dall'Aula. Rischi? Non ne vedo: domani è l'ultimo giorno prima delle vacanze e se mancasse il numero legale, scatterebbe immediatamente il libera tutti. In un istante il Senato si svuoterebbe...».
Tattica? «Piuttosto un modo per mandarla in caciara e nascondere l'evidenza di un gruppo che non vuole far cadere il governo per evitare di andare a casa», sosteneva a sera un senatore vicino a Zingaretti.
Ma il terrore elettorale, si diceva, è contagioso. La capogruppo forzista Bernini, l'ha messa così. Senza ma e senza se: «Forza Italia voterà tutte le mozioni a favore della Tav. Non ha alcun senso tentare di far mancare il numero legale sul documento dei grillini per farlo decadere. Primo, perché è un tatticismo che l'opinione pubblica non capirebbe e noi dobbiamo mandare segnali chiari al Paese, evitando giochini ambigui. Secondo, perché la Lega è determinata a votare contro la mozione 5Stelle e dunque i numeri in Aula ci sarebbero...».
E sarebbero, giusti giusti, per creare il temuto incidente: il via libera al documento No-Tav. Ciò che potrebbe innescare il precipitare verso le urne proprio alla vigilia delle vacanze. La ragione, a meno di sorprese dell'ultimo minuto, che spingerà tutte le opposizioni a essere presenti in Aula. E a votare, compatte, contro la mozione dei grillini.

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