PESCARA Dovevano arrivare a Pescara martedì sera, in aereo. E invece quell'aereo non è mai decollato dall'aeroporto di Bergamo - Orio al Serio e dopo che i passeggeri hanno atteso per 4 ore, tra un rinvio e l'altro, sono stati dirottati su tre pullman e sono arrivati a Pescara solo ieri mattina. Un viaggio da incubo e, soprattutto, infinito, per chi doveva raggiungere il capoluogo adriatico in un'ora e poco più. E' successo tutto per il maltempo che ha colpito la zona di Bergamo: vento, pioggia intensa e grandine hanno creato parecchi disagi, facendo saltare i collegamenti aerei. Raccontano la disavventura due dei circa 180 passeggeri che dovevano salire su quel mezzo, e che hanno dovuto attendere ore prima di sapere come sarebbero arrivati a Pescara. E con loro c'erano «anziani e bambini piccoli, questi ultimi anche sui passeggini».Inevitabili, quindi, le lamentele per la mancanza di assistenza.Nello Chicchirichi l'altra sera è arrivato in aeroporto attorno alle 20, per partire alle 22.05, ma da quello scalo è uscito solo attorno alle 2.30 per salire su un bus. «Il gate ci era già stato assegnato ma attorno alle 21 si è scatenato il putiferio, esattamente come è accaduto il 10 luglio a Pescara. Grandinava e pioveva, e l'acqua piovana è entrata fin dentro l'aeroporto. Il maltempo ha rallentato tutte le operazioni e il nostro aereo è stato dirottato a Bologna. A un certo punto ci hanno cambiato il gate e ci hanno spostati a pianterreno», in un punto più isolato.Gli orari di decollo sono cambiati in continuazione: «Prima è stato spostato alle 22.55, poi alle 23.25 e alle 00.55 e infine è stato cancellato. In quelle ore abbiamo sentito gli annunci che riguardavano altri voli, precedenti a quello nostro, che venivano cancellati mentre del nostro e di quello per Cagliari non si diceva nulla e lì sotto, nel nostro gate, non c'era nessuno a cui chiedere informazioni. Fino all'una non abbiamo avuto alcun tipo di assistenza e di certo non volevamo pasticcini e caffè o magari un massaggio rilassante, ma solo qualcuno che ci desse informazioni. Tra l'altro, è stata una fortuna che fosse aperto un bar», ricostruisce Chicchirichi ricordando «la stanchezza e l'esasperazione» dell'altra notte. «Abbiamo saputo attraverso un annuncio che avremmo dovuto raggiungere un determinato punto dell'aeroporto per essere destinati al pullman e per fortuna sono stato tra i primi a partire da Bergamo in bus, non so a che ora siano partiti gli altri passeggeri». Facendo un bilancio di questa disavventura Chicchirichi fa notare che «non c'era nessuno della Ryanair, ma solo tre o quattro addette della Sacbo che si sono trovate all'improvviso a gestire la cancellazione di più voli: non è possibile che si lascino così poche persone a occuparsi di tutto. E comunque l'allerta meteo era nota», conclude annunciando che «chiederà il rimborso per il biglietto». «Non è stata una bella esperienza», commenta, e lo è stata ancor meno per chi viaggiava già da un po', come una donna di Montesilvano, che ha raggiunto l'aeroporto di Orio al Serio da Budapest nel pomeriggio insieme al marito tornando da una vacanza. Ed è rientrata a casa solo ieri mattina, dopo un viaggio di 24 ore.«Nessuno pretendeva che l'aereo partisse con quel tempo, tanto più che è stato dirottato a Bologna», racconta la donna contestando il modo in cui è stata gestita l'emergenza, al punto che il marito si è «rivolto ai carabinieri». Dalla zona in cui si trovavano, nel gate situato a livello della strada, si sentivano isolati e avevano a disposizione solo i tabelloni luminosi, per avere informazioni. «Non c'è stato alcun annuncio della cancellazione, solo la comunicazione che abbiamo visto sui monitor, dopodiché abbiamo cominciato a muoverci in autonomia, per capire cosa fare. A quell'ora le sale dell'aeroporto erano quasi deserte e l'organizzazione dei pullman ha lasciato a desiderare tanto che abbiamo dovuto assistere anche a una sorta di trattativa, forse per i prezzi».E' stata fortunata a salire sul primo pullman: c'è stata una sorta di arrembaggio per occupare i posti «ma forse avrebbero dovuto lasciare spazio pr