L'AQUILA «Le liti in maggioranza che tengono banco in questi giorni trovano spiegazione anche nei rimpalli di responsabilità sulla vicenda Ama che ormai strangolano sia il gruppo di Fratelli d'Italia che della Lega».Ad affermarlo sono i capigruppo Paolo Romano (Il Passo possibile) e Stefano Palumbo (Pd), secondo i quali «al di là infatti delle rassicurazioni date dalla giunta sul trasporto pubblico locale, nel corso dell'assemblea Ama, convocata per l'approvazione del bilancio 2018, è emersa in modo lampante la totale mancanza di strategia e la divergenza di posizioni tra l'amministratore unico e l'assessore Carla Mannetti. Una maggioranza spaccata e inconcludente ai cui danni sarà difficile porre rimedio. Un'assemblea, quella che si è tenuta l'altro giorno alla quale abbiamo deciso di partecipare come uditori, non essendoci stata concessa altra possibilità di confronto, nonostante avessimo fatto, più di un mese fa, formale richiesta di convocazione di una commissione dedicata all'argomento, richiesta reiterata e rimasta sempre inascoltata. Non si è dato seguito neanche all'impegno preso dagli stessi consiglieri di maggioranza di convocare nel giorno immediatamente successivo all'assestamento di bilancio una conferenza dei capigruppo in cui l'azienda e l'amministrazione sarebbero venuti a illustrare la situazione e le azioni consequenziali, correttive e decisive. Nell'assemblea ordinaria si è di fatto chiarito che l'addendum al contratto di servizio è sufficiente a coprire solo una parte delle perdite che l'azienda già sa di accumulare nel corso dell'esercizio 2019, vale a dire 120.000 euro al mese, senza che ci sia, ad agosto, ovvero a oltre la metà dell'esercizio finanziario, un indirizzo su come coprire la restante parte. È evidente che qualunque siano i tagli ai costi aziendali che si intenderanno adottare, il poco tempo rimasto fino a fine 2019 non sarà sufficiente ormai a produrre gli effetti necessari. Non è stato possibile invece affrontare, poiché la successiva assemblea straordinaria è andata deserta, il vero nodo cruciale dell'azienda, quello del capitale sociale, praticamente eroso e, stando agli atti finora prodotti, senza strumenti o indicazioni da parte dell'amministrazione per ricostituirlo. La soluzione non è da inventare, ma solo da applicare e la fornisce la norma: ricapitalizzazione attraverso un apposito piano di risanamento. Soluzione che dai banchi dell'opposizione proviamo a far capire, invano, dallo scorso anno mentre all'orizzonte si dipingevano scenari sempre più foschi per i lavoratori dell'azienda municipalizzata».