PESCARA Nuovo sciopero di 4 ore del trasporto pubblico locale abruzzese. Lo hanno convocato per il prossimo 13 settembre i segretari regionali di Filt Cgil, Ugl autoferrotranvieri e Orsa Trasporti Abruzzo, rispettivamente Franco Rolandi, Giuseppe Lupo e Michele Giuliani, per evidenziare le principali criticità «scaturite da un'inadeguata politica regionale sui trasporti», dai servizi minimi al piano regionale integrato sui trasporti, alla «continua emorragia di risorse, con il Fondo Unico regionale del trasporto pubblico locale che in appena cinque anni è passato da 187 milioni di euro a 177milioni (dato 2018)».
Nel mirino dei sindacati anche la delibera regionale con la quale la società Tua Spa (azienda di proprietà al 100% della regione Abruzzo), «ha dato il via libera al ricorso a sub-affidamenti ad aziende private per i servizi a domanda debole di Tua per complessivi 1.928.722 chilometri così ripartiti: 783.570 km in provincia di L'Aquila, 487.184 in quella di Pescara, 398.630 chilometri in provincia di Teramo e 259.338 in provincia di Chieti».
Una decisione, dicono i tre rappresentanti sindacali, «peraltro assunta da tempo e che di fatto smentisce gli stessi rappresentanti dell'impresa regionale i quali, intervenuti in audizione lo scorso 23 luglio alla riunione della II Commissione territorio, ambiente e infrastrutture del Consiglio regionale, non hanno fatto alcun cenno rispetto a un progetto di privatizzazione dei servizi risalente a due mesi prima, trasmesso ufficialmente alla presidenza della Giunta Regionale, al direttore generale della Regione Abruzzo, nonché ai dirigenti regionali del Dipartimento trasporti».
Il progetto di sub-affidamento , proseguono Rolandi, Lupo e Giuliani, «risulta peraltro in perfetta continuità con quanto aveva già ipotizzato il governo Chiodi per l'allora azienda Arpa Spa guidata dal presidente Cirulli, ma anche in continuità con quanto aveva ipotizzato più di recente il governo regionale a guida D'Alfonso/Lolli, dal cda di Tua e dal presidente Tonelli.
Al di là della nostra ferma contrarietà all'operazione, non sappiamo fino a che punto sia legittimo che una società affidataria in house dei servizi di trasporto regionale», sottolineano i rappresentanti sindacali, «possa in qualche modo fare profitti lucrando sul diverso corrispettivo chilometrico riconosciuto da Tua al sub concessionario. Ciò che invece risulta certo è che per la conduzione degli autobus non sono stati previsti particolari vincoli rispetto all'individuazione del personale dipendente che le aziende sub concessionarie andranno a utilizzare. Non ci sarebbe da sorprendersi, a questo punto», concludono, «che le scelte possano ricadere anche su pensionati ultra sessantacinquenni».