L'AQUILA La Lega in piena trance agonistica da crisi; Fratelli d'Italia in vigile attesa della verifica di maggioranza che si aprirà lunedì; Forza Italia in religioso silenzio; l'opposizione che va all'attacco e parla, già, di un governo regionale al capolinea. L'agosto della politica è insolitamente torrido e carico di tensioni. Il Carroccio ha tratto nuova linfa dalla presenza del leader Matteo Salvini, che ha infiammato lo Stadio del Mare. E il coordinatore regionale, Giuseppe Bellachioma, ha già rilanciato: «È stata straordinaria e commovente la risposta di Pescara e dell'Abruzzo a Matteo Salvini, accolto con calore ed entusiasmo, adeguati allo speciale momento politico che si appresta a vivere l'Italia. Abbiamo tutti voglia di metterci in gioco per il futuro dell'Italia e dell'Abruzzo»
La Lega ha ufficialmente aperto la crisi in Regione, chiedendo una verifica del programma. Ma da Fratelli d'Italia arrivano segnali distensivi: l'invito è stato accolto prontamente dal governatore Marco Marsilio e, come assicura una fonte accreditata, «in realtà non c'è molto da chiarire, solo alcuni aspetti». Anche se il coordinatore regionale e capo della segreteria del presidente, Etel Sigismondi, qualche stilettata l'ha tirata, come quella sulla «amarezza per le critiche ingenerose».
LE ACCUSE
L'opposizione, ovviamente, ha colto la palla al balzo: «La crisi della maggioranza è grave e conclamata - ha detto Giovanni Legnini - Dopo solo sei mesi dalle elezioni regionali e cinque dall'insediamento, la Giunta Marsilio non soltanto non ha adottato alcun provvedimento utile per gli abruzzesi, ma mostra già di essere allo sbando, senza guida, assente ed inefficace sui grandi temi e sulle urgenze dell'economia e della comunità regionale. La levata di scudi della Lega, oltre a ricordare al presidente Marsilio e alla maggioranza chi comanda in Regione, certifica l'inconsistenza e l'inconcludenza della compagine di Governo, sottolineando sempre di più la lontananza del presidente Marsilio dai problemi degli abruzzesi e persino dai suoi alleati». «L'unica preoccupazione emersa finora prosegue Legnini - sembra essere quella di fare incetta di poltrone, con spartizioni vergognose e senza precedenti, annotate su pizzini, trattative paralizzanti e violazione delle procedure. Nel frattempo le urgenze della nostra regione attendono invano». Strali anche dal Movimento Cinque Stelle. «Ciò che abbiamo ripetuto nel corso della campagna elettorale - dice la consigliera Sara Marcozzi - si è rivelato essere realtà dopo nemmeno 6 mesi di governo regionale. Le ammucchiate di liste, le maxi coalizioni per rastrellare voti casa per casa, sono quanto di più deleterio ci sia per il governo di una Regione. Il fatto che il primo azionista della maggioranza non partecipi alle sedute della Giunta - continua la Marcozzi - è una decisione di una gravità assoluta che immobilizzerà il lavoro di un centrodestra che già adesso va a rilento. Hanno vinto la campagna elettorale sbandierando il tema del cambiamento e poi i cittadini si trovano a dover subire giochetti ben peggiori di quelli a cui abbiamo assistito con il centrosinistra». Ironico l'ex assessore e ora capogruppo del Pd Silvio Paolucci: In Abruzzo invece il governo di destra ha già fallito...la giunta lenta in meno di 6 mesi (6 marzo - 6 agosto) é diventata una giunta ferma, che litiga solo sulle poltrone.