CHIETI «Basta, per noi è finita qui: il bilancio se lo votassero Di Primio e chi è rimasto con lui». Così tuona, in serata, il capogruppo di Forza Italia Marco D'Ingiullo dopo un giornata di incontri e trattative frenetiche. È l'ennesima rottura, forse quella definitiva, con il sindaco Umberto Di Primio. Il motivo della discordia è il solito: le deleghe dell'assessore Carla Di Biase, invisa all'assessore regionale Mauro Febbo - punto di riferimento dei 5 ribelli forzisti - a causa della candidatura alle ultime elezioni regionali. Sembra dunque saltato l'accordo per salvare il Comune ed è sempre più probabile l'arrivo di un commissario prefettizio. In vista del consiglio decisivo sul bilancio del 12 e 13 agosto, Di Primio non ha i numeri per andare avanti. Il primo appuntamento della giornata è alle 9 nella stanza del sindaco: si discute del rimpasto di giunta dopo che, mercoledì scorso, tutti gli assessori hanno rimesso le deleghe nella mani del primo cittadino. Intorno al tavolo, insieme a Di Primio, sono seduti il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Antonio Tavani, il coordinatore provinciale di Forza Italia Daniele D'Amario, il coordinatore provinciale della Lega Palmerino Mammarella, i capigruppo D'Ingiullo (Forza Italia), Clara Ricciardi (Udc), Graziano Marino (Lega), Franco Di Pasquale (Noi Domani), Nicoletta Di Biase (Identità teatina), Diego Costantini (Gruppo Misto) e Nicola Rapposelli (Fratelli d'Italia). La proposta per trovare l'intesa è un uno scambio di deleghe tra l'assessore al commercio Di Biase (Fratelli d'Italia) e quello alla cultura Antonio Viola (Udc). «Abbiamo ritenuto di dare questo ulteriore segnale di distensione», dice Tavani, «per senso di responsabilità nei confronti della coalizione di centro destra, avvertendo forte la necessità che l'amministrazione comunale porti a compimento i suoi programmi». «Alla Lega non interessano deleghe e poltrone, quello che ci preme è portare a termine questi ultimi mesi di consiliatura, senza consegnare Chieti nelle mani di un commissario», aggiunge Mammarella. Andrea Buracchio, segretario provinciale dell'Udc, specifica: «Non avanziamo nessuna pretesa riguardo alla deleghe. L'assenza dei consiglieri Mario De Lio e Roberto Melideo è dipesa dalla mancata risposta alle richieste di abbassare la Tari, in quanto ritengono che vi siano stati errori tecnici». Forza Italia prende tempo e la riunione termina. Nel primo pomeriggio, la contro proposta dei ribelli arriva via telefono: la Di Biase deve scambiarsi le deleghe con Giuseppe Giampietro e non Viola. Ma tutti, a partire del sindaco, rifiutano questa ipotesi. «Allora la nostra consiliatura può considerarsi terminata», attacca D'Ingiullo. La risposta di Di Primio non tarda ad arrivare: «Da mesi ci chiedono di togliere la delega al commercio alla Di Biase. Ora questo è avvenuto, ma per Forza Italia non va bene lo stesso. Significa, semplicemente, che stanno facendo un gioco al rialzo. Adesso dovrebbero avere il coraggio di venire in consiglio comunale, votare contro il bilancio e mandare tutti a casa».