Il Di Primio bis è di fatto giunto al capolinea. I cinque ribelli di Forza Italia non hanno accettato la proposta di scambiare le deleghe dell'assessore al Commercio Carla Di Biase, di cui chiedono la testa da mesi, e di quello alle Manifestazioni Antonio Viola, in quota Udc. Dunque, lunedì non si presenteranno in consiglio e il sindaco non avrà i numeri necessari per far approvare il rendiconto di bilancio entro i termini. Il che implica la fine del mandato e l'arrivo del commissario, visto che sull'assise civica pende già la diffida del prefetto. Fra rilanci, trattative e porte sbattute, nel tardo pomeriggio di ieri la salvezza sembrava vicina. In mattinata, Umberto Di Primio aveva convocato nel suo ufficio i referenti provinciali e i capigruppo dei partiti di maggioranza, per discutere del rimpasto, necessario dopo che mercoledì tutti gli assessori hanno rimesso le deleghe. Nell'ufficio del primo cittadino si erano riuniti il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Antonio Tavani, il coordinatore provinciale di Forza Italia Daniele D'Amario, il coordinatore provinciale della Lega Palmerino Mammarella, i capigruppo Marco D'Ingiullo (Forza Italia), Clara Ricciardi (Udc) Graziano Marino (Lega), Franco Di Pasquale (Noi Domani), Nicoletta Di Biase (Identità teatina), Diego Costantini (Gruppo Misto), Nicola Rapposelli (Fratelli d'Italia). La Lega, però, si era tirata fuori dalle trattative, sostenendo di non esserne interessata alle spartizioni degli incarichi e invitando le altre forze politiche a fare altrettanto, per evitare «indebite quanto inopportune forzature». Ma così non è stato.
IL RILANCIO
Alla proposta di scambio Di Biase-Viola, Forza Italia ha rilanciato: conferire tutte le deleghe del commercio all'attuale vice sindaco Giuseppe Giampietro e dare quella alla Pubblica Istruzione a Di Biase, senza cambiare altro. Sebbene il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Antonio Tavani si fosse detto disposto a rimettere la delega al commercio, pur difendendo l'operato dell'assessora, la proposta dei berlusconiani non è stata accolta. E, dopo un breve confronto telefonico con l'omologo di Forza Italia Daniele D'Amario, la fumata è stata nuovamente nera. Tanto è bastato per chiudere le trattative. «Il mandato di Forza Italia - commenta duro il capogruppo Marco D'Ingiullo - finisce qui: siamo compatti e torniamo indietro solo se accettano la nostra proposta. Gli altri assessori non devono essere penalizzati, chiediamo solo che a Giampietro vengano conferite tutte le deleghe al Commercio e non solo una parte». Finisce così, a meno di colpi di scena di cui pure gli ultimi mesi sono stati ricchi, a nove mesi dalla scadenza naturale, il secondo mandato del sindaco di Chieti. Il 17 giugno, il braccio di ferro con Forza Italia aveva determinato le sue dimissioni, poi ritirate tre settimane dopo, con l'entusiasmo di voler continuare a lavorare per la città. Ma, dopo il consiglio di mercoledì scorso, il capitolo finale sembrava sempre più vicino.