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Data: 03/06/2006
Testata giornalistica: Il Centro
«Sanità, inascoltate le nostre critiche». Leone (Cgil): sprechi pagati da famiglie e pensionati

PESCARA. Non c'è un filo di stupore nella Cgil all'indomani dell'innalzamento delle aliquote di Irpef e Irap al massimo consentito dalla legge. Il segretario regionale Franco Leone tira fuori le cartelle di interventi, relazioni e lettere redatte a partire dal 2001 in cui la sua organizzazione lanciava l'allarme sullo stato di salute della sanità abruzzese, i cui costi sono usciti talmente fuori controllo da spingere il governo a decidere d'ufficio l'aumento delle imposte in sei regioni poco virtuose, fra cui l'Abruzzo. «In sede di discussione della Finanziaria de 2001 ci eravamo rivolti alla politica affinché trovasse risorse da investire in una nuova rete socio-sanitaria», ricorda Leone, «fatta non solo di ospedali ma anche e soprattutto di residenze sanitarie assistenziali».
Nuove strutture, continua Leone, di «assistenza domiciliare integrata, day hospital e day surgery, distretti sanitari di base. Richieste cadute nel vuoto».
E ancora con la proposta del Patto per la sanità. «La Cgil», ricorda Leone, «ha chiesto alle istituzioni di farsi carico di una necessità, la riorganizzazone del sistema e la razionalizzazione della spesa, proprio per evitare quanto è accaduto in questi ultimi giorni. A pagare saranno i cittadini e le imprese, e questo è inaccettabile».
Inoltre Leone non è tenero con Del Turco.
«Come presidente della giunta», osserva il segretario regionale della Cgil, «era indicato dalla Finanziaria come commissario "ad acta" per i provvedimenti di risanamento della spesa finanziaria. Oggi di fronte alle nuove tasse dobbiamo dedurre che in questo anno di governo non si è fatto nulla per evitare questa stangata per gli abruzzesi, che penalizza soprattutto le famiglie e i pensionati a reddito basso». Per il segretario della Cgil è necessario ripartire dalla piattaforma di riorganizzazione della sanità, propone Leone, dando all'Abruzzo «quel sistema di regole e di leggi regionali della qualità dei servizi che possano razionalizzare le spese e fornire ai cittadini un sistema sociosanitario di alta qualità».
I punti da analizzare sono per Leone «la verifica dei requisiti di qualità, l'appropriatezza delle prestazioni, l'accreditamento delle strutture, la rete dei servizi, la riconversione dei piccoli ospedali». Questioni che sono cruciali per tentare di riorganizzare e ridurre le spese della sanità in Abruzzo.
Quanto alle cliniche private «nessun preconcetto ideologico», dice ancora Leone, «ma c'è la necessità che queste strutture elevino la loro offerta e non si limitino a cercare quei settori di basso profilo ma di facile copertura economica. Oggi vivono in un sistema economico protetto, devono fare un passo avanti».
Eppure c'è un argomento che sta aprendo un nuovo fronte polemico, ed è quello che Leone definisce «curiosa coincidenza che testimonia la frattura fra una certa politica e le aspettative ed i bisogni dei cittadini».
Il segretario della Cgil sottolinea, infatti, che «nel giorno in cui scadeva la presentazione del piano di rientro dal deficit pena l'aumento delle aliquote, i consiglieri regionali hanno votato un aumento della propria diaria mensile di altri 1.500 euro». Le critiche sul piano sociale del segretario della Cgil infine diventano pungenti
«L'aumento che si sono dati», osserva polemicamente Franco Leone, «corrisponde al doppio dello stipendio di un operaio metalmeccanico ed un insulto a quei 140 mila cittadini abruzzesi che vivono con meno di 400 euro al mese. A questo punto chiediamo che con le risorse rastrellate per garantirsi un aumento costituiscano quel Fondo regionale per la non autosufficienza che da anni i sindacati chiedono con forza per dare una risposta a decine di migliaia di abruzzesi che ne hanno bisogno».

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