PESCARA. Entro la primavera l'assessore regionale ai Trasporti Tommaso Ginoble conta di condurre in porto il progetto di fusione tra le tre grandi aziende regionali di trasporto, Arpa, Sangritana e Gtm, che dovrebbero restare sul mercato con il marchio Arpa. Ginoble ha confermato il progetto nei giorni scorsi. «L'assessore ha accolto le nostre istanze e interviene nel settore strategico che non poteva essere ulteriormente trascurato», ha commentato Rodolfo De Laurentiis, deputato dell'Udc. «Questo settore è un importante fattore di sviluppo e di crescita per la nostra Regione, capace di rafforzare le vocazioni economiche della nostra terra e, soprattutto, valorizzare le specificità territoriali».
Ma il parlamentare dell'Udc non è ottimista, come Ginoble, sui tempi di realizzazione, che giudica troppo ravvicinati, «Occorrerà poi verificare le modalità e le condizioni di attuazione affinché siano tutelate le risorse umane e i livelli occupazionali e utilizzare le professionalità e le esperienze che si sono accumulate negli anni in queste aziende pubbliche.
Un appello a fare in fretta viene dal segretario della Filt Cgil Abruzzo Luigi Scaccialepre: «Nei trasporti bisogna passare dalle intenzioni alle cose concrete. Per una regione di modeste dimensioni come l'Abruzzo», spiega Scaccialepre «è necessario intervenire rapidamente sul sistema di mobilità collettiva (gomma e ferro), eliminando o quantomeno riducendo drasticamente l'anomalia delle sessanta aziende e delle altrettante proprietà che operano nel settore con sprechi e sovrapposizioni. Occorre pensare ad uno scenario che veda all'opera pochissime imprese, ben strutturate, organizzate ed integrate tra loro».
Si tratta dice la Filt-Cgil di un'ipotesi «non solo percorribile ma obbligatoria».
Un secondo punto sottolineato dal sindacato è la qualità del servizio che «in un settore che vive prevalentemente di finanziamenti pubblici» non può essere lasciato alla «decisione autonoma» delle aziende di trasporto. Terzo punto è la costruzione di un sistema di trasporto più attento alle aree interne «che affronti celermente la questione del riequilibrio territoriale e che sia in grado di arrestare lo spopolamento ed il degrado delle zone più disagiate». Un obiettivo difficilmente percorribile, sottolinea il segretario della Fit-Cgil, «se le aziende continueranno esclusivamente a prestare attenzione ai propri bilanci perseguendo interventi miranti a migliorare i soli servizi redditizi».