PESCARA - «Vergogna, vergogna», ripeteva Ottaviano Del Turco davanti alle telecamere, prendendosela con chi (tanto per cambiare, il centrodestra) lo ha attaccato quotidianamente per mesi sulla legge regionale che prevede il cosiddetto «spoil system» e che ieri la Consulta ha ritenuto costituzionalmente legittima. La Corte ha dato disco verde anche a un'omologa legge della Regione Calabria. Bocciato, dunque, il ricorso del Governo Berlusconi, che aveva impugnato la normativa, accusata di sancire «la decadenza automatica di tutte le nomine degli organi di vertice di enti regionali, in qualunque momento conferite dagli organi politici della Regione, per effetto dell'insediamento del nuovo Consiglio regionale, e senza alcuna valutazione tecnica di professionalità e competenza dei nominati». Un modo, per il centrosinistra, di riallineare i vertici degli enti dipendenti o controllati all'impostazione politica e di programma della nuova Giunta. Un modo, per il centrodestra, di piazzare dirigenti di propria fiducia nei posti chiave, secondo il manuale Cencelli. «Noi abbiamo fatto una legge che è stata riconosciuta perfettamente coerente con i principi della Costituzione. Vorrei che si vergognassero quanti hanno invocato gli stessi principi per dire il contrario», ha commentato Del Turco bastonando ancora una volta l'opposizione. E ha ricordato le scene drammatiche verificatesi in Consiglio regionale: «Vi ricordate - ha chiesto ai giornalisti - l'occupazione della Presidenza del Consiglio regionale, l'immagine di Marino Roselli costretto a lasciare il suo scranno perché secondo la minoranza stava commettendo una violazione di diritti costituzionali inalienabili? Vi ricordate un consigliere regionale che si avvicinò a Roselli per registrare le sue conversazioni personali con i collaboratori? Tutto ciò - ha sostenuto il presidente - serviva a impedire che la Regione potesse procedere al rinnovamento delle aziende partecipate e delle relative responsabilità». Soddisfatto anche Roselli perché si è fatta «chiarezza» sull'operato del Consiglio: «Chi, con il voto dei cittadini liberamente espresso - ha detto -, vince le elezioni e assume la responsabilità di governare, deve essere messo nelle condizioni di farlo con la pienezza degli strumenti disponibili». Rispetta la sentenza Nazario Pagano (Fi), ma rivendica il diritto di continuare a esprimere perplessità sull'operato della Giunta e sulle norme che si riferiscono a revisori dei conti e società, evidenziando la necessità di tutelare la separazione fra controllati e controllori. Del Turco ha ringraziato Vincenzo Cerulli Irelli, l'Avvocatura e gli altri legali che hanno curato gli interessi della Regione. Secondo la stessa ricostruzione di Cerulli Irelli, la Corte costituzionale ha affermato che la disciplina dell'organizzazione amministrativa della Regione e degli enti dipendenti è attribuita alla competenza della stessa Regione, nei limiti del suo Statuto. Per quanto riguarda la decadenza (a seguito dell'insediamento del nuovo Consiglio regionale) delle nomine di società dipendenti e di competenza degli organi politici della Regione, la Corte ha chiarito che si tratta di incarichi basati su rapporti di fiducia personale e la possibilità di rinnovarli assicura l'efficienza e il buon andamento dell'azione della nuova Giunta. Legittima per la Consulta è anche la decadenza delle nomine di competenza regionale nelle società controllate o partecipate |