Data: 04/06/2008
Testata giornalistica: Il Centro
Giunta, Del Turco sceglie Boschetti e Di Matteo. Rifondazione: una vergogna. Fuori Bianchi e Caramanico, l'Idv prende tempo

Bussi, la Regione parte civile in caso di rinvio a giudizio

L'AQUILA. Il programma c'è. La giunta è ancora da completare. Ottaviano Del Turco si è dovuto arrendere ai tormenti dell'Italia dei valori. Chiedeva una rosa di nomi, gli sono arrivate solo le spine. E anche se per oggi ha annunciato il completamento della squadra, c'è chi dubita che in 24 ore i dipietristi riescano a fare quello che non sono riusciti a fare in un mese. Tramontata l'ipotesi della insegnante sulmonese (originaria di Montenero di Bisaccia) Annita Zinni, amica di Antonio Di Pietro, si rafforza la posizione di Augusto Di Stanislao. Ma tutto può accadere sotto il simbolo del gabbiano molisano. Del Turco ha comunque iniziato ieri a sgranare i nomi della nuova giunta, non senza qualche sofferenza.
«È quasi una maledizione della politica commettere ingiustizie», ha ammesso il presidente pensando ai due assessori che lasceranno il posto. Esce Valentina Bianchi, che lascia anche il consiglio, perché si dimise da consigliere quando venne nominata nell'esecutivo (al suo posto arrivò Gianni Melilla). La Bianchi verrà sostituita da Antonio Boschetti alle Attività produttive. Lascia anche Franco Caramanico (che resta consigliere), il suo posto verrà preso dall'attuale assessore al Lavoro Fernando Fabbiani (le Politiche del Lavoro dovrebbero andare all'assessore Betti Mura, mentre Del Turco dovrebbe mantenere la delega alla Cultura). Bianchi e Caramanico, ha precisato Del Turco, potrebbe continuare la collaborazione con l'esecutico nelle forme che verranno decise nei prossimi giorni.
Va a Donato Di Matteo la delega ai Trasporti. Su Di Matteo, che ha ricevuto un avviso di garanzia per la vicenda dell'acqua inquinata di Bussi ha polemizzato Rifondazione comunista, prima con un comunicato dell'ex parlamentare e portavoce nazionale del partito Maurizio Acerbo («La nomina di Di Matteo è un'offesa per l'Abruzzo»), poi in aula col capogruppo del Prc Daniela Santroni: «Abbiamo chiesto a Di Matteo di fare un passo indietro, ma abbiamo registrato una forte ostinazione da parte soprattutto del segretario regionale del Pd (Luciano D'Alfonso, ndr). Apprezziamo che il presidente della Giunta abbia detto che la Regione si costituirà parte civile in caso di rinvii a giudizio, da parte nostra siamo indisponibili a continuare l'esperienza di centrosinistra se gli avvisi di garanzia diventassero rinvii a giudizio».
Del Turco ha difeso la nomina di Di Matteo: «Nessun avviso di garanzia, per decisione di tutti», ha sottolineato, «può essere causa di rimozione o ostacolo a una nomina. L'avviso di garanzia si chiama così perché altrimenti sarebbe un delitto senza garanzia. Se finita la fase preliminare delle indagini si dovesse passare nel merito, Di Matteo ha il diritto di essere libero di difendersi come meglio può, e dobbiamo rispettare la sua richiesta di essere sollevato dall'incarico se il procedimento giudiziario avesse questa scansione». Del Turco ha quindi annunciato la costituzione di parte civile della Regione se si dovesse andare a giudizio.
Sul programma il presidente ha ribadito le difficoltà legate al piano di rientro dal deficit della sanità, e ha individuato nelle parole innovazione e formazione le due priorità dell'intervento di fine legislatura.
Critica l'opposizione Per Fabrizio Di Stefano (An) la nuova giunta nasce più debole della prima. Nazario Pagano (FI) sottolinea la «mancanza di entusiasmo nella maggioranza», per Giorgio De Matteis (Mpa) si tratta di «un'operazione chirurgica» dagli esiti dubbi.

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