Data: 09/07/2006
Testata giornalistica: L'Unit
«I sacrifici partiranno dall'alto» Parola di Padoa Schioppa. Il ministro vede Epifani e lo rassicura

IL testo integrale del DPEF 2007-2011

«I sacrifici devono partire dall'alto, da chi si è arricchito in questi anni da chi evaso le imposte. A questo sforzo non siano chiamati quelli che già oggi sono in condizioni di disagio». Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa incontra il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani sul palco di Cgil Incontri e pronuncia queste parole che sono un sospiro di sollievo per i sindacati. Padoa Schioppa dice anche che il cuneo fiscale non sarà l´unica misura del governo per far recuperare potere d´acquisto ai salari. Perché «non devono fare sacrifici coloro che sono oggi in condizioni di disagio».

E così non è rituale la stretta di mano sotto i flash dei fotografi con il rappresentante del più grande sindacato italiano. Epifani dice infatti che «la strada è stretta», intendendo la strada della manovra per garantire l´equità e «il governo deve fare un interesse superiore ma ha anche un mandato politico, per questo gli chiedo di percorrere la strada in modo coerente con il programma. Se fa questo -ha concluso- possiamo uscire dalla strada stretta. Se si smarrisce sarà difficile». Per Epifani fa fede il programma dell´Unione. «Si vorrebbe che il governo facesse cose diverse da quelle contenute nel programma sul quale ha chiesto e ottenuto il voto. Non ho nulla da chiedere se non che il governo faccia quanto contenuto nel programma». E alla fine, sia sul cuneo fiscale selettivo, sia sulla concertazione la Cgil si dichiara d´accordo con la linea intrapresa da Palazzo Chigi.

Prima di quest'incontra il percorso del ministro Padoa Schioppa e della sua manovra sembrava veramente in salita, con un forte mugugno dei sindacati e della sinistra di governo - da Giordano del Prc a Diliberto del Pdci - a cui il centrodestra puntava per evidenziare la fragilità della maggioranza.

Dopo la mancata firma al Consiglio dei ministri di ieri del titolare del dicastero alla Solidarietà sociale Paolo Ferrero di Rifondazione, era infatti arrivata nel primo pomeriggio la presa di posizione di Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, per il quale «nel Dpef ci sono troppi elementi di politiche antisociali» e «non possono essere i lavoratori a pagare il conto del dissesto finanziario». Diliberto ha il dubbio che nel governo vi siano« pulsioni suicide» visto che «si corre il serio pericolo di avere, in autunno, un rovinoso sciopero generale contro la manovra economica».

Tra i sindacati il più arrabbiato di tutti già dal mattino era il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. Lui il sì alla manovra, ha detto, non ci pensa proprio a darlo finché non sarà chiaro come verranno spalmati i sacrifici, quali garanzie ci saranno per i ceti più deboli. Intanto si abolisca il "meno tasse per Totti", cioè il governo abolisca la norma fiscale del governo Berlusconi che ha abbassato le tasse solo a chi guadagna più di 70 mila euro all'anno, una norma per cui il capitano della Roma Francesco Totti si è visto restituire dal fisco 5mila euro. «Lui -dice Bonanni - non sa cosa farsene, con tutto quello che guadagna, e questo lo dico non per prendermela con Totti, ma solo per dare un'idea della situazione». E poi ancora, sempre Bonanni da un convegno a Campobasso: «Padoa-Schioppa fa il gioco degli amici del giaguaro, vuol fare il neutro, ma non lo è». E alle telecamere del tg Rai: «Vorrei che cominciasse la concertazione, perché per il momento non si è vista». Ma questo, prima dei chiarimenti di Padoa Schioppa sulle montagne pistoiesi.

Per Bonanni c'era qialcosa che non andava, un doppio messaggio, ambiguo. « I sacrifici bisogna farli - sottolineava il segretario generale della Cisl - ma bisogna vedere chi li dovrà fare. Innanzitutto chi non paga le tasse da molto tempo, chi guadagna sulla speculazione, anzichè sul lavoro e chi ha molti soldi. Se non si precisa questo, non andiamo avanti e la Cisl non darà consenso ad alcuna operazione». E invita a ficcare il naso un po´ più a fondo sull´operazione di fusione tra Autostrade e la spagnola Abertis. «La speculazione sulla licenza frutta ad Autostrade qualcosa come 6 miliardi di euro. Mi dicano se questo è compatibile con la richiesta di sacrifici».L´unica cosa che piace a Bonanni è l´intervento sui taxi, un settore che «è una porcheria».

«La manovra -ha iniziato Epifani nell'incontro pubblico con Padoa Schioppa - risponda alla parte del Paese che si è impoverita, e trovi le risorse dalla parte del Paese arricchita dalle politiche del governo di centrodestra». «Bisogna che il Governo capisca che è vero che l'eredità del governo Berlusconi è pesantissima dal punto di vista dei conti- ha quindi spiegato - ma si renda conto che la scelta di politica economica deve essere attenta a parlare a questa parte del Paese che ha visto crescere le diseguaglianze: e si deve fare con una politica che coniughi risanamento, sviluppo, coesione».

La Uil apprezza il fatto che «il taglio del cuneo non riguarderà i contributi pensionistici. Così come ci sembra un pò più realistico - spiega il segretario confederale Antonio Foccillo - un tasso di inflazione programmata al 2%». Le Rdb-Cub sono annunciano direttamente lo sciopero.

«Il Documento contiene rigore, sviluppo,equità - aveva cercato di rispondere all critiche arrivate anche dal segretario del Prc Franco Giordano il "pontiere" Cesare Damiano, ministro del Lavoro, ds - È un Dpef che necessariamente si ricollega al programma dell'Unione e al programma annunciato da Prodi nel giorno dell'insediamento e della fiducia del nuovo governo».

Intanto la manovra viene presentata alle Camere e diffusa sul sito del Parlamento. Rispetto al Dpef berlusconiano opera di Tremonti che contava 68 pagine, quella prodiana presentata da Padoa Schioppa è più lunga di 110 pagine. E ha anche un´intestazione letteraria: "Coloro che dicono che il mondo andrà sempre così com´è andato finora... contribuiscono a fare sì che l´oggetto delle loro predizioni si avveri". Un augurio ambivalente, per il governo e per i cittadini: che Emmanuel Kant non venga piegato a prosaiche esigenze di cassa.

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