Data: 30/11/2006
Testata giornalistica: La Repubblica
L'allarme di Epifani su bus e metro. "Si rischia una protesta incontrollabile" Il segretario Cgil a Repubblica Tv sprona il governo a trovare i fondi per il trasporto locale: "Vicini al blocco delle città"

Roma.-E' più difficile fare il sindacalista con un "governo amico" o con uno schierato dalla parte opposta? «Con il primo - risponde Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil - perchè siamo di fronte alle difficoltà di ricostruire dopo anni e anni di politiche sbagliate». La riprova?La vicenda del trasporto pubblico locale. Spiega Epifani ai microfoni di Repubblica Tv. «Ecco, questa è una delle situazioni che mi porta a dire che oggi è più difficile il confronto. Davvero non riesco a capire perchè il governo non affronta questo problema. A luglio il ministro Padoa-Schioppa si era impegnato a trovare i soldi per il contralto. State tranquilli, ci dissero. Abbiamo aspettato la Finanziaria e i soldi non c'erano. Hanno aggiunto 60 milioni, ma non bastano. Vanno trovati altri 140 milioni in queste settimane. Altrimenti il film che vedremo è chiaro: domani si sciopera e si bloccano le città. E prima di Natale si ribloccheranno le città e partirà una protesta che nessuno è in condizione di controllare». Per un'ora il leader della Cgil risponde alle domande del Forum via internet. Parla della precarietà, dello scontro con la Fiom, delle pensioni e della Finanziaria. Ma anche di se stesso, delle sue passioni giovanili (gli Eagles di Hotel California, per esempio) e di quella della maturità (le poesie di Baudelaire e la cultura del vino); del suo passaggio dall'impegno in una parrocchia della periferia romana a quello nella Cgil di Luciano Lama.
Epifani, ha ragione l'Ocse che critica la Finanziaria o l'Unione Europea secondo cui l'Italia rientrerà nei parametri di Maastricht? E, più generale, qual è la sua opinione sulla manovra?
«Il giudizio della Ue mi pare il più corretto. Quello dell'Ocse mi sembra che non abbia particolare fondamento. La ripresa del ciclo economico riguarda, anche se in misura minore rispetto agli altri Paesi, anche l'Italia. L'aumento delle entrate fiscali e la manovra finanziaria dovrebbe stabilizzare la situazione dei conti pubblici».
Lei è favorevole alla proposta di vincolare il maggior gettito tributario alla riduzione delle tasse?
«Non vanno introdotte rigidità, ma è necessario indicare gli indirizzi. Una parte di queste risorse va utilizzata per finanziare interessi sociali, penso agli ammortizzatori sociali; una parte va restituita ai cittadini che hanno pagato le tasse; una parte infine ai cittadini cosiddetti incapienti».
A gennaio partirà la trattativa sulle pensioni. Per la Cgil è un tabù innalzare l'età pensionabile?
«La gente e, ahimè, anche il governo fanno finta di non accorgersi che l'età pensionabile è già stata aumentata. Dal primo gennaio del 2008 si andrà in pensione con 60 anni di età per effetto del noto "gradone" di Maroni. Bene, per cambiarlo ci vuole un'altra legge. E, data l'esigua maggioranza al Senato, ma anche che nel governo ci sono almeno tre posizioni, non vorrei che finiremo per tenerci lo scalone. Per questo dico che prima della trattativa è necessario che il governo si chiarisca al suo interno».
La "legge Biagi" va abolita?
«Più che abrogate, vanno riscritte complessivamente le regole del lavoro perchè non puoi tornare alla situazione di cinque sei anni fa».
Cosa pensa della partecipazione della Fiom alla manifestazione del 4 novembre contro la precarietà? Il comitato centrale della Fiom ha espresso un giudizio diverso dal suo. La ritiene una sconfitta personale? Infine: quanto peserà la rigidità dei metalmeccanici nella trattativa sulle pensioni?
«C'è un dissenso esplicito e difficilmente componibile. La Fiom poteva partecipare a quella manifestazione, ma distinguendosi dopo gli attacchi e gli insulti ad alcuni dirigenti della Cgil. Questo, però, non è avvenuto. Sulle pensioni la Fiom peserà come altre categorie perchè nella dialettica interna alla Cgil non c'è solo la Fiom».

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