ROMA - La Cisl ha cambiato ieri il segretario generale, ma nell'avvicendamento c'è stato ben poco spazio per le forme della cerimonia, se si eccettuano gli applausi e gli omaggi che il consiglio generale ha tributato ai tre ex segretari generali seduti in prima fila al palazzo dei congressi dell'Eur: Pierre Carniti, Franco Marini (che tutta la Cisl spera diventi presidente del Senato) e Sergio D'Antoni. Non ha rispettato il cerimoniale Savino Pezzotta, che ha lasciato la guida della Cisl con un intervento colmo di amarezza. E non si è attenuto al rito neppure il suo successore, Raffaele Bonanni, che al suo primo discorso da segretario generale è entrato subito nel vivo delle polemiche di questi giorni, prendendo a bersaglio la Cgil di Guglielmo Epifani per la richiesta di cancellare la riforma del mercato del lavoro. «La Cgil è partita col piede sbagliato - ha detto riscuotendo subito il primo applauso -, dalla cancellazione della legge Biagi, per non parlare della chiusura sulla riforma contrattuale e della regolazione legislativa della rappresentanza. Epifani ha così commesso un errore incredibile: mentre si propone come il custode - abusivo - di Prodi, rischia di essere la pietra al collo che lo fa affogare». E come se non bastasse: la Cgil «conferma la pregiudiziale chiusura a una politica sindacale riformatrice e marca una rottura preventiva con Cisl e Uil». Sembra di essere tornati ai toni dello scontro sul Patto per l'Italia nel 2002. Ma la differenza è che se ci sarà un governo Prodi, questi farà di tutto per non alimentare fratture. E ieri, significativamente, il vertice della Cgil ha deciso di non replicare a Bonanni. Più facile che lo scontro ci sia con le imprese. «Artigiani, commercianti, piccole aziende dovranno scucire soldi per avere lavoratori flessibili - ha detto il nuovo leader della Cisl -. Questi lavoratori devono essere pagati di più e avere più tutele». Bonanni, che l'altro ieri ha incontrato Romano Prodi, gli ha chiesto di aprire subito un tavolo di concertazione per concordare misure di politica dei redditi, la riforma degli ammortizzatori sociali, la «rivalutazione delle pensioni», sostegni alla famiglia, la riduzione del costo del lavoro, ma «non a pioggia» bensì per le aziende più esposte alla concorrenza. E alla Confindustria propone un negoziato per la riforma del modello contrattuale e «il miglioramento e il completamento» della legge Biagi. Il consiglio generale che ha eletto Bonanni col 90% dei voti ha eletto anche Pier Paolo Baretta segretario generale aggiunto e ha confermato la segreteria con l'unica novità di Gianni Baratta al posto di Savino Pezzotta |