Contrasti in seno al consiglio di amministrazione della Gtm. Chiede approfondimenti il rappresentante di Rifondazione
SEMBRAVA ormai fatta. Dopo anni di ritardi, ripensamenti, ambiguità e polemiche feroci, ieri mattima si doveva consumare l'ultimo atto per la realizzazioen della filovia, il sistema di trasporto rapido, di massa e non inquinante che dovrebbe collegare Montesilvano e Pescara sulla cosiddetta strada parco per poi proseguire a sud sino a Francavilla e a ovest verso l'aeroporto. Invece ecco l'ultimo ostacolo. Disaccordo in seno al consiglio di amministrazione e pratico impedimento per il presidente della Gtm (Gestione trasporti metropolitani) a firmare il contratto con la società internazionale vincitrice dell'appalto, la Balfour Beatty Rail, rappresentata dall'amministratore delegato Angelo Tresoldi. L'annuncio solenne della firma del contratto era stato programmao per le ore 11 con una conferenza stampa presso l'hotel Esplanade. Ma all'appuntamento non si è presentato nessuno. Tutto rinviato. La riunione del Cda nel corso della quale si doveva dare al presidente Donato Renzetti il mandato a stipulare il contrattofo era stata infruttuosa. A dire no e a guidare la fronda il consigliere di amministrazione di Rifondazione comunista, Emilio D'Innocente. Quindi non un problema di documentazione incompleta - come ci ha dichiarato il presidente Donato Renzetti - ma qualcosa di più profondo: l'avversione al sistema filoviario, all'impatto sulla città e tutte le altre argomentazioni finora portate da quanti sono contrari alla filovia. Insomma c'è chi vorrebbe rimettere tutto in discussione sull'appalto da 31 milioni di euro vinto dalla Balfour Beatty. Ed ecco il senatore Andrea Pastore parlare di "figuraccia internazionale" con il relativo invito aile dimissioni rivolto ai vertici della Gtm. «La macata firma - dice il parlamentare di Forza Italia - è dovuta solo a disgustose diatribe politiche interne al centrosinistra, non tenendo a mente invece che la guida di un'azienda dovrebbe prescidere da ciò. Peraltro dovrebbe essere chiaro (in base allo statuto aziendale) che il legale rappresentante, ossia colui che è abilitato ad assumere decisioni formali, è il presidente al quale non occorrerebbe l'avallo del Cda». Il parlamentare azzurro definisce "vergognoso il comportamento odierno dei vertici Gtm che dovcrebbero dimettersi immediatamente, seguiti dall'assessore regionale ai trasporti Tommaso Ginoble che, dal canto suo, funge silenziosamente da paracadute alle vergognose ingerenze politiche di una prestigiosa azienda regionale». Intanto il consigliere provinciale della Margherita, Aurelio Giammorretti, da sempre contrario alla filovia, presenterà presto una mozione. La parola fine su questa telenovela è ancora da scrivere. |